Un’osteria di Padova, alla vecchia maniera

 

Si dice corresse l’anno 1947 quando Ettore Buso aprì la sua trattoria con specialità padovane, di cui conserviamo l’insegna originale. Nei decenni a seguire queste stradine, dove si trovava l’antico ghetto della città, pullulavano di osterie, ognuna con la propria specialità: da Buso si andava soprattutto per la “pasta e fasioi” e per l’ormai scomparsa “tetina”.

Passata poi nelle mani del figlio Mirco, che la gestisce fino al 2004 in versione più “bettola”: possiamo dire che intere generazioni hanno bevuto, mangiato e cantato in quest’osteria! E chi studiava a Padova in quegli anni difficilmente non ha passato almeno una serata di festa tra queste mura – che, dicono gli archivi, vantano più di 600 anni di storia!

Dopo undici anni di alterne vicende, nel 2015 arriviamo noi, A banda del Buso, per continuare la tradizione della famiglia Buso, ma soprattutto per riportare a Padova lo spirito delle osterie di una volta: un posto semplice e schietto, in cui mode e arredamenti chic non trovano posto, ma con un’atmosfera accogliente e familiare.

‘Na ostaria de ‘na volta: cibo bon e semplice, servisio sensa pressa e sensa spendere tanti schei!

“Xe tre secoli giusti, o polenton,
che quei che da l’America tornava
ne gà portà in regalo el formenton
che in quei paesi gnanca i masenava.

E da quel giorno tuti gà tremà:
osei, renghe, bisati e bacalà.
In farsora o su la grela,
In pastizio, in la paela,

Coi sponzioi, coi fungheti,
Col porçelo, coi oseleti,
Co le tenche, coi bisati,
Co le a guele per i gati,

E po, insoma, in tuti i modi,
La polenta xe el me godi.”

(Ludovico Pastò, 1798)